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La Crociera Atlantica: le imprese, la tecnica, i record

La conferenza e le proiezioni sono state tenute nei locali dell'Istituto Nazionale di Storia dell'Archeologia e dell'Arte a Palazzo Venezia a cura della Minerva Romana il giorno 11 febbraio 2017.


La pellicola della Crociera del Decennale è stata ritoccata e pure ripulita con l'aiuto dell'Istituto Luce e proiettata solamente nei punti salienti, arricchita da alcuni filmati su Balbo precedenti e successivi.

La sala gremita ha apprezzato applaudendo calorosamente lo spettacolo al quale hanno partecipato, accolti da grande simpatia, i seguenti membri del direttivo dell'A.T.A. (Associazione Trasvolatori Atlantici): Giuseppe Arcangeli, Franco Briganti e Marco Di Francesco.


Al termine della riunione, si è accennato ad altre manifestazioni dello stesso genere da effettuarsi nel prossimo futuro. (F.B.)

Verso un cielo blu

Come da precedente comunicato per iniziativa della famiglia sabato 14 gennaio, nel trigesimo della morte, ha avuto luogo ad Orbetello l’inumazione delle ceneri del nostro amato  Presidente Onorario avv. Paolo Balbo. Un rito religioso celebrato da don Stefano Tollu, cappellano militare del 4° Stormo di Grosseto, nel Duomo della cittadina maremmana ha preceduto la cerimonia nel riquadro dei trasvolatori atlantici del cimitero comunale. Si è compiuto così il desiderio di Paolo di riposare accanto ai resti del padre nel luogo dove le grandi imprese aeronautiche del Maresciallo dell’Aria erano state organizzate e da dove avevano preso il volo.

 

 

Le due fasi dell’evento sono state accompagnate dai  familiari, la moglie Paola, i nipoti figli delle sorelle Giuliana e Valeria, da amici legati da uno stretto ed antico rapporto, come il dott. Daniele Ravenna e la signora Maria Clara Intaglietta, ed altri il cui affettuoso legame risale agli ultimi anni del soggiorno in Libia.

A causa di gravi e ineludibili impedimenti familiari il Presidente dell’A.T.A. ing. Renato Valle non ha potuto lasciare Roma ed è stato rappresentato dal vice presidente ing. Umberto Klinger, che ha portato a tutti i convenuti la  solidale partecipazione personale e del Sodalizio.

Presenti l’assessore all’Ambiente e all’Idroscalo Luca Minucci in rappresentanza del Sindaco Andrea Casamenti, il Gen. S.A. già Capo di Stato Maggiore della Difesa Mario Arpino, il Col. Marco Lant, comandante del 4° Stormo di Grosseto e per il 31° Stormo di Ciampino  il T. Col. Andrea Angeli, il Cap. Giovanni Triani e il LGT Emilio Latini. Numerosi i soci e i simpatizzanti venuti da fuori e orbetellani. Tra i primi il dott. Fausto Milano, Presidente della Commissione Cultura dell’antico sodalizio remiero della Capitale  Tevere Remo.

Con il vice presidente Klinger i consiglieri Beppe Arcangeli, Franco Briganti, Bruno Delisi, Marco Di Francesco, Mario Destro Bisol, Italo Nannini.

Tra gli orbetellani Riccardo Delle Piane, dinamico socio in forza al 4° Stormo e il cav. Bernardino Bergamaschi, Presidente del Circolo Filatelico “Vittorio Andreuccetti”, al quale va l’ammirazione e la gratitudine dell’A.T.A. per l’instancabile, colta attività da sempre svolta a favore della storia delle crociere  e di concreti eventi, come nel presente caso, di rilevante valore per l’Associazione.

Anche in questa occasione vicino all’A.T.A. con  i loro labari le sezioni dell’Associazione Arma Aeronautica  di Grosseto e Orbetello. (B.D.)

Celebrate le esequie di Paolo Balbo

Facendo seguito alla nota con la quale l’ATA dava notizia della scomparsa dell’indimenticabile Presidente Onorario Paolo Balbo riportiamo alcuni significativi momenti delle esequie, tenutesi il 19 dicembre u.s. nella Chiesa di S. Gaetano nel quartiere romano di Tor di Quinto. In un sobrio contesto, dominato da una folla di convenuti, spiccava il labaro dell’Associazione orientato verso il feretro in un ultimo addio. Nei primi banchi l’impareggiabile consorte Paola Bellini, i nipoti, figli delle sorelle Giuliana e Valeria, il Generale Alberto Rosso, alto rappresentante dell’Aeronautica Militare, il Presidente dell’ATA Ing. Renato Valle. Con loro soci ed amici che in decenni di comunanza hanno condiviso   con Paolo ideali, cultura e l’appassionato impegno a favore della memoria paterna. Seguivano nella grande navata tanti volti meno conosciuti o del tutto nuovi, tante persone che, nel ricordo di letture o di fugaci incontri in pubbliche manifestazioni, desideravano esprimere al nome e alla persona la loro desolata ammirazione.

Al termine del rito hanno preso la parola il Presidente Renato Valle, il dott. Daniele Ravenna e il Generale Alberto Rosso, che con voce intensa, adombrata dalla tristezza per la morte di un esperto e colto pilota, ha letto la preghiera dell’aviatore. Il Presidente ha voluto ricordare i tanti anni di lavoro comune dedicati all’affermazione dell’ATA, al ricordo delle grandi imprese aviatorie di Italo Balbo e delle personalità dei suoi collaboratori.

Per la ricchezza e la profondità dei contenuti riteniamo utile riportare integralmente l’intervento del dott. Ravenna, storico amico di Paolo, nonché affettuoso, attivo e competente sostegno nella sistemazione finale dell’archivio privato.   

 

A casa di Paolo c’è una foto bellissima, ripresa – mi aveva detto - nel cielo della Libia intorno al 1938. Si vedono, di spalle, il padre di Paolo, in uniforme, ai comandi dell’aereo – forse un S.81 -  e alla sua destra Paolo. I due si guardano.  Lo sguardo del padre è colmo di infinita tenerezza, quello di Paolo adorante. Ma negli sguardi che si incrociano c’è qualcosa di più: c’è anche complicità, gioiosa complicità. E c’è il sorriso di Paolo, quel sorriso dolce e ironico, con i denti superiori in vista, quel sorriso che lo ha accompagnato tutta la vita, fino all’ultimo istante, e che i suoi amici hanno tanto amato.

Chi avesse conosciuto Paolo solo negli ultimi anni avrebbe potuto ricavarne l’impressione di un uomo taciturno, distaccato, poco interessato alla realtà intorno. Ma bastava un accenno, e improvvisamente una sua parola – pur sempre con quella discrezione che è stata il segno distintivo di Paolo in tutta la vita – apriva l’illuminazione di una cultura profonda, uno sguardo attento e vivace, una curiosità inesausta, uno spirito avventuroso dalla dimensione vorrei dire quasi fanciullesca, che sorprendevano e affascinavano chi ne era messo a parte e reso complice.

Sui rovelli interiori, sulle sofferenze scaturite dai traumi vissuti nell’infanzia e nella giovinezza, dopo l’abbagliante parabola del padre, nulla possiamo dire, ma tutto sa Paola, la straordinaria compagna della vita di Paolo, suo vero pilastro.

Il quotidiano ferrarese che ieri ha ricordato Paolo ha scritto, nella forzata sintesi del titolo, “Addio a Paolo Balbo, pacifico erede della storia”. Mi è parsa una sintesi felice. Io aggiungerei “esempio di mite fermezza e antica signorilità”.

Mite fermezza nel rifiutare risolutamente ogni strumentalizzazione politica della figura paterna, fonte di conflitti e lacerazioni, al contrario adoperandosi in ogni occasione per la serenità e la pacificazione.

Mite fermezza nell’attendere con pazienza il sedimentarsi della memoria e la elaborazione della riflessione storica e del suo meditato giudizio.

Mite fermezza, nel contempo, nel battersi per difendere la memoria del padre da accuse che percepiva ingiuste e che tali, grazie a lui, sono state definitivamente acclarate.

Permettetemi di aggiungere qualche parola sul rapporto di Paolo con Ferrara, la città di origine della sua famiglia, alla quale tanti ricordi lo legavano e nella quale ha trascorso non poco tempo nella sua giovinezza. Un rapporto che, nel tempo, si era trasformato nell’animo di Paolo in un nodo sofferto, per la sua percezione di esserne respinto, ospite non gradito, solo perché figlio di suo padre.

Il nodo si è fortunatamente sciolto negli ultimi mesi, grazie anche a uno spontaneo atto di generosità di Paolo, cui la città ha subito risposto con gratitudine ed affetto. Una gratitudine e un affetto che lo stesso sindaco ha voluto testimoniargli personalmente. Così negli ultimi mesi Paolo è tornato più volte a Ferrara, riallacciando il filo di una memoria interrotta e ritrovando l’antica serenità.

La signorilità di Paolo, la sua schiva signorilità, non era un dato esteriore. Era profondo, sostanziale rispetto dei valori dell’amicizia ma anche di chiunque avesse di fronte. E così lui, che mai – immagino – avrebbe inteso ergersi a giudice o maestro, ci forniva quotidianamente un esempio e un modello.

 

Per la tua amicizia, Paolo, e per tutto questo ti sono profondamente grato.

 

Roma, 19 dicembre 2016, chiesa di San Gaetano

 

Daniele Ravenna

Ha chiuso le ali Paolo Balbo

L’Associazione Trasvolatori Atlantici (A.T.A.) annuncia la repentina scomparsa di Paolo Balbo (n. 27/06/1930 m. 16/12/2016) Presidente Onorario dell’A.T.A., nonché suo co-fondatore nell’agosto 1968.

 

Questa perdita ha lasciato un vuoto incolmabile nei soci dell’A.T.A. e nei suoi innumerevoli amici ed estimatori.

Egli ha dedicato la sua vita alla memoria del padre, coronando la sua opera con la donazione all’Archivio di Stato e all’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara dell’archivio privato di Italo Balbo.

Paolo Balbo è stato un vero appassionato del volo, dimostrando una notevole abilità nel pilotaggio a motore e a vela, creando numerosi proseliti. Egli si è dedicato anche alla divulgazione della cultura aeronautica ricercando vecchi film e facendoli proiettare, debitamente commentati, in varie sedi dell’A.M..

Ha sempre favorito la diffusione della stampa e della letteratura aeronautica e partecipato a innumerevoli manifestazioni dell’Arma Azzurra.

Per il suo carattere simpatico e la sua grande signorilità ha conquistato la stima e l’affetto di tutta l’Arma Aeronautica e degli studiosi della sua storia: stima e affetto che rimarranno certamente indelebili nel tempo.

 

Di seguito alcune foto dell’amico Paolo con cui vogliamo ricordarlo.

 

Un sentito grazie da parte di tutti noi  soci dell’A.T.A. 

 

Italo Balbo al Lido di Tripoli con il figlio Paolo

 

 Italo Balbo con il figlio Paolo a Misurina

 

 

L'Avvocato Paolo Balbo

Ricerche e aneddoti da archivio Associazione Trasvolatori Atlantici

Ho cominciato, da poco tempo invero, a fare ricerche storiche relative alla nostra Associazione nell’archivio che si trova presso la nostra sede nella Palazzina Douhet a Roma, archivio che è finalmente è facilmente consultabile in quanto ordinato e ben sistemato dalle nostre “ragazze” Rosanna Giordano Gauttieri e Giuliana Savi .

Facendo una veloce “ricognizione” tra le carte che vi sono conservate ho trovato la velina di una lettera del Gen. Nannini, l’allora Segretario Generale, datata 19 dicembre 1972, inviata ad un giornalista del Corriere della Sera al fine di fargli presente, in maniera elegante ed educata, delle imprecisioni e delle dimenticanze unite anche a qualche piccola menzogna relativa agli accadimenti che sono riportati nell’articolo.

Non sono a conoscenza della risposta, seppure ci fu, del giornalista in questione ma mi sento di affermare che molte volte i giornalisti non conoscono quasi niente di quello che sono costretti a scrivere e magari a volte scrivono per sentito dire” o per rispettare certi clichè suggeriti da qualche ideologia o da impulsi politicamente non corretti e forse anche ignorati nella loro essenza. Mi ha colpito questa cosa e mi ha fatto riflettere su quante baggianate, sproloqui, imprecisioni, cattiverie e via cantando che, ogni giorno, vengono riportate sui cosiddetti “Social Media” che sono controllati solo su richiesta di qualche iscritto sul Web.

Ho riportato il fatto però non solo per vostra e mia conoscenza ma anche perché spero che ciò sia l’inizio, per il nostro sito, di accogliere una lunga serie di notizie storiche del passato che verranno analizzate alla luce degli anni duemila, verranno fatte ricerche approfondite, potremo dare maggiore informazione sulla storia degli Atlantici e delle loro imprese e potremo anche raccogliere e raccontare “dal basso” gli aneddoti minori che le grandi imprese hanno giustamente lasciato un po’ da parte. Faccio un esempio, ho trovato in giro per i mercatini di mirabilia, un utile manuale e libro di testo alla scuola NADAM di Orbetello intitolato “TECNICA DI VOLO SENZA VISIBILITA’”, è, per i tempi, una meraviglia di semplicità esplicativa e di facile comprensione di manovre e procedure alquanto difficili da applicare nella giusta maniera al momento del bisogno. Quando Balbo, alla fine della lunga e difficilissima traversata dell’Atlantico, (compiuta in condizioni meteo terribili, con visibilità orizzontale di 50 metri, un ceiling a 300 metri, improvvisi banchi di nebbia <che non si poteva vedere la fine delle ali> (narra Balbo in un suo messaggio) disse: -sono uscito ora dall’inferno, ho in vista le coste del Canada…ecc.- in cuor suo avrà sicuramente ringraziato quel manuale che gli era stato di grande aiuto. Ecco, mi piacerebbe, se ne avrò la possibilità e la benedizione del responsabile del sito, istituire un “blog” che, opportunamente controllato in entrata ed in uscita potesse essere luogo di scambio di idee e di memorie storiche, magari inedite e perciò molto interessanti. Ciò sarebbe anche sinergico al programma di rievocazioni storiche e “Living History” (1) che vorremmo proporre, al Consiglio Direttivo come Gruppo Rievocazioni Storiche all’interno della Associazione.

 

Corriere della Sera del 17 dicembre 1972

 

Velina 1

 

Velina 2

 

1) LIVING HISTORY programmata ed eseguita durante ed in occasione della rievocazione storica intitolata “Alle Origini del SAR”  (Search & Rescue) nell’isola di Leros, nel Dodecanneso (Grecia) dove sono rimaste innumerevoli ed interessanti memorie del più grande Idroscalo Italiano all’estero. Alla voce <eventi> di questo sito potete trovare resoconti ed informazioni insieme ad un ricco album di foto storiche ed attuali.

 

 

 Arcangeli G. 19.11.2016