Crociera aerea mediterraneo orientale
Negli ultimi mesi del 1928 Balbo, nominato il 10 agosto dello stesso anno Generale di Squadra Aerea, iniziò lo studio per la preparazione della crociera del Mediterraneo Orientale che nel foglio d’ordine esecutivo fu denominata “Crociera d’istruzione di un reparto da bombardamento marittimo”.
L’itinerario prescelto, dopo numerose discussioni e trattative, fu il seguente: Taranto, Atene, Istanbul, Varna, Odessa, Costanza, Istanbul, Atene, Taranto, Orbetello, per km.4667 teorici e km.5300 effettivi.
E' interessante come avvenne l’inclusione della città di Odessa; infatti per la prima volta l’Unione Sovietica accolse sul suo territorio una forza armata straniera in via amichevole trattandosi inoltre di una formazione aerea proveniente da uno stato ideologicamente nemico del comunismo.
La trattativa ebbe inizio in occasione di un ricevimento presso l’Ambasciata Sovietica a Roma organizzato in onore del professor Samoilovich e del pilota Ciuknovsky, rispettivamente capo della spedizione e capo pilota del Krassin rompighiaccio che trasse in salvo i naufraghi della tenda rossa.
A tale incontro partecipò Italo Balbo e nel corso di una conversazione venne affacciata l’ipotesi di una sosta della crociera a Odessa.
Gli S55 sull'Acropoli
L’ambasciatore Kruski, ben noto per la sua ortodossia comunista, alla fine promise il suo interessamento e Balbo decise di parlarne a Mussolini.
Lo stormo su Costantinopoli
Balbo riferisce nel suo libro “Da Roma a Odessa” che il duce trovò la cosa normale.
Per l’impresa si creò uno stormo “di formazione” (unità aerea costituita temporaneamente per la crociera) composto da 35 velivoli : 32 S55, 2 S59bis, 1 Cant22.
Idrovolante CANT22
I reparti prescelti furono l’86mo gruppo (Brindisi) il 91mo gruppo ( La Spezia) la 192ma squadriglia (Pola) il reparto Volo 3^ Z.A.T. ( Vigna di Valle).
Quale comandante fu designato il colonnello pilota Aldo Pellegrini mentre Francesco De Pinedo, diventato nel frattempo gen. di divisione, mantenne per sé la “superiore direzione” della crociera volando sul velivolo capo formazione insieme al col. Pellegrini.
Il generale Balbo riservò per sé il comando politico della crociera pilotando un S55 fuori formazione.
La scorta navale, formata da un esploratore e 4 cacciatorpediniere, ebbe compiti molto importanti: il supporto tecnico e logistico (trasportando a bordo parti di ricambio, attrezzature per riparazioni ai velivoli e personale tecnico aeronautico), il compito dei soccorsi ai velivoli costretti ad ammarare in mare aperto, funzione di tramite nei collegamenti radio a grandi distanze, funzione di osservatori meteorologici.
Sui velivoli dei capi formazione e l’S55 di Balbo furono installate stazioni radio trasmittenti studiate dalla marina.
La scelta dell’S55 fu determinata da 18 primati internazionali ottenuti da tale aereo tra il 1925 e il 1926 nonché dal fatto che stava per entrare nella normale dotazione dei reparti italiani da bombardamento marittimo.
Ogni aereo aveva in dotazione materiale di ricambio per le avarie più probabili ed era provvisto dell’armamento difensivo (4 mitragliatrici con relative pallottole). FOTO
Il reparto speciale proveniente da Vigna di Valle era formato da 5 S55 adattati al trasporto di persone, 1 S55 civile della società Aero Espresso (per i giornalisti) e un CANT22 dei cantieri di Monfalcone.
Sui detti due aerei furono imbarcati i rappresentanti di altre Forze Armate (tra i quali l’Amm. Bernotti Sottocapo S.M. Marina e il luogotenente generale della Milizia Teruzzi, e 12 giornalisti ed alcuni ufficiali superiori dell’Aeronautica con funzioni ispettive.
Alla crociera avrebbero dovuto partecipare alcuni addetti aeronautici esteri ma sorsero delle difficoltà con la Turchia e l’Unione Sovietica, perciò viaggiarono solo 2 addetti americani che viaggiarono evitando di recarsi a Odessa.
Sui velivoli delle squadriglie furono imbarcati per compiti di studio numerosi ufficiali dell’Aeronautica tra i quali i colonnelli Coop, Porro, Aimone Cat, il t.col. Matricardi ed altri.
Le accoglienze da parte dei governi, delle popolazioni dei vari stati visitati nonché delle comunità italiane all’estero furono molto calorose e talvolta entusiastiche. In particolare fu molto cordiale l’incontro a Odessa con il generale Baranoff ( Commissario del Popolo Sovietico per l’Aeronautica e Capo delle Forze Aeree Russe).
Durante i 2 giorni di permanenza a Odessa,
Odessa, idrovolanti al gavitello sul lago di Hadgibeisky
la popolazione locale dimostrò una simpatia crescente assediando gli alberghi dove alloggiavano gli aviatori italiani.
Nella foto a sinistra S.E. Balbo passa in rivista le truppe dopo lo sbarco e nella foto a destra S.E. Balbo e il Gen. Baranoff
Una commissione di 10 generali russi osservò attentamente i velivoli italiani e alcuni furono portati in volo. L’Unione Sovietica, a seguito della crociera ordinò 30 S55 e comprò la licenza di costruzione.
Il momento più critico della crociera fu la notte in cui scoppiò un improvviso fortunale sul lago Sud
Ghiol : 3 aerei andarono alla deriva incagliandosi sui canneti della sponda, un terzo aereo urtò altri idrovolanti riportando e facendo danno ad ali, alettoni e piani di coda. Gli equipaggi lavorarono freneticamente durante tutta la notte comandati dal generale De Pinedo che non aveva voluto recarsi a Bucarest per i festeggiamenti del governo rumeno. La partenza da Costanza fu rinviata di 24 ore per riparare gli idrovolanti.
Il problema politico più curioso nel corso della crociera fu il divieto da parte della Commissione degli Stretti di far passare, sul Bosforo, non più di 21 aerei in formazione: 14 aerei pertanto furono costretti a tornare indietro nel Mar di Marmara e ad entrare nel continente asiatico tenendosi a qualche distanza dal Bosforo per poi ricongiungersi agli altri sul Mar Nero.
Conclusioni:
La crociera del Mediterraneo Orientale è stata fondamentale per la preparazione alle successive crociere atlantiche.
Fu una prova dell’addestramento ormai raggiunto dal personale dell’aeronautica che venne preso in blocco dagli idroscali di provenienza facendolo operare agli ordini dei propri comandanti.
In tutta l’impresa ci furono solo tre incidenti di una certa gravità che comportarono due cambi di motore e una sostituzione di un aereo incidentato nell’ammaraggio a Taranto nel volo di ritorno.
La scorta navale intervenne in quattro casi ma solo in uno effettuò il rimorchio di un S55 perché negli altri casi gli equipaggi riuscirono a riparare le avarie e a partire prima che giungesse l’unità navale.
Gli S55 si dimostrarono idrovolanti solidi, capaci di decollare con carichi superiori a quelli del progetto, resistenti alle manovre in acqua, simili a piccole navi capaci di recare e contenere tutto il necessario per una vita autonoma.
E’ noto inoltre che durante la crociera del Mediterraneo orientale si acuirono i conflitti tra Balbo e De Pinedo che nel periodo immediatamente seguente l’impresa portarono alla frattura dei rapporti tra i due.