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Donazione Klinger all'Archivio Storico dell'A.M.

Donazione alla Aeronatica Militare dell’archivio del Comandante Umberto Klinger (1900-1971) “Una figura leggendaria di aviatore e di italiano” (On. Durand de la Penne, Camera dei Deputati 27/1/1971).

Presidente e organizzatore della prima compagnia aerea italiana di bandiera (1931-1943) Società Aerea Mediterranea (SAM) poi “Ala Littoria SA” (1934-1943) impresa partecipata del Regio Ministero dell’Aeronautica. Deputato al Parlamento (XIX Legislatura), Ufficiale pilota pluridecorato. Capo di Stato Maggiore dei Servizi Aerei Speciali (SAS). Fondatore e Presidente delle Officine Aeronavali di Venezia SA nonché organizzatore e presidente di società di trasporto aereo privato (1947-1971).
 
 
Arrivo all'idroscalo di Ostia del Cant. Z 506 I-ALAL dopo la doppia traversata Atlantica di 24mila km. In Piedi sull'ala Umberto Klinger e Carlo Tonini, piloti, Aldo Grillo motorista e Fertonani r.t. - 1938 (Archivio Klinger)
 

Il 26 settembre 2018 ha avuto luogo nella Sala degli Eroi del Palazzo dell'Aeronautica la cerimonia di donazione all’Arma Azzurra, delle carte e delle immagini lasciate dal Personaggio. Hanno effettuato la consegna i curatori, Bruno Delisi e Maria Serena Klinger, entrambi soci dell’ATA, che nell’arco di circa trent’anni hanno provveduto alla loro salvaguardia e ne hanno fatto oggetto di approfonditi studi e ricerche.

Nel corso della cerimonia, presieduta dal Sottocapo di Stato Maggiore Gen. S.A. Settimo Caputo in rappresentanza del Capo di Stato Maggiore, e moderata dal Col. Luigi Borzise, Capo dell’Ufficio Storico dell’Arma, sono intervenuti il Prof. Gregory Alegi, il Cav. del Lav. Ing. Umberto Klinger, nipote del personaggio, con il quale ebbe esperienze umane e professionali. Dopo l’applaudita lettura della comunicazione dell’avv. Ugo Bergamo, già a capo dell’Amministrazione Comunale di Venezia, che deliberò a petizione popolare, l’intitolazione al Comandante, di un tratto del Lungomare del Lido, il moderatore invita la signora Maria Serena Klinger, primogenita del Comandante, a porgere una testimonianza sui rapporti familiari con il padre e il di lui eminente ruolo pubblico.
 
 
La signora Maria Serena Klinger durante il suo intervento (Nucleo fotografico A.M.)
 
“Prima di pronunciare alcune parole desidero salutare e ringraziare il vertice dell’Aeronautica, qui rappresentato dal Sottocapo di Stato Maggiore Gen. S.A. Settimo Caputo per l’onore concesso, con questa cerimonia, alla memoria di mio padre, il Comandante Umberto Klinger.

Desidero altresì estendere il mio ringraziamento al Capo del 5° Reparto SMA, al Capo dell’Ufficio Storico dell’Arma e ai suoi diretti collaboratori che hanno accompagnato i curatori della donazione in un non facile percorso.

Un grazie per le parole di chi mi ha preceduto. Fa sempre piacere ascoltare Gregory Alegi di cui non abbiamo dimenticato l’aiuto intellettuale e soprattutto il lucidissimo efficace intervento in occasione della grande commemorazione veneziana nel ventennale della morte.
 
Il prof. Alegi durante il suo intervento (Nucleo fotografico A.M.)

Il mio animo si commuove infine nel vedere accanto a noi personaggi aeronautici così significativi unitamente a congiunti e amici che in vario modo hanno mostrato simpatia e incoraggiato il lavoro perseguito da me e da mio marito, senza il cui apporto non sarebbe stato possibile avviare e concludere l’impresa.

 

La Sala degli Eroi con i partecipanti all’evento, in prima fila il Gen. Alberto Rosso, Capo di Gabinetto del Ministro della Difesa, il Gen. Arpino, già Capo di SMA, il Sottocapo di SMA, Gen. Caputo, la signora Klinger e il marito Bruno Delisi, il Cav. Lav. Ing. Klinger, Presidente dell’A.T.A., nelle file successive la vice Presidente Paola Balbo, il Segretario Marco Di Francesco, il dott. Briganti, lo storico dell’aviazione Varriale, il Gen. Baldacci (Nucleo fotografico A.M.)

Un lavoro esteso dalla salvaguardia del materiale archivistico alla ricerca storica di pertinenza, alla promozione e all’organizzazione di manifestazioni ispirate al personaggio Klinger.

Un lavoro che oltre alla naturale fatica dello studio e dell’indagine mi ha arrecato molte soddisfazioni dominate dalla grandissima gioia di riscoprire mio padre al di fuori delle mura domestiche. Noi figlie lo avevamo sempre visto in una dimensione quotidiana e familiare come padre affettuoso, pronto ad accogliere i nostri desideri e le nostre aspirazioni, poi come nonno che amava circondarsi dei numerosi nipoti verso i quali ha sempre dimostrato grande indulgenza. Ci sfuggiva però quanto della sua personalità andava affermandosi nell’ambito della vita pubblica.

Dopo molto tempo la lettura delle carte, pagina dopo pagina, fotografia dopo fotografia, mi ha permesso di vedere la sua figura in un’ottica diversa e di comprendere meglio il significato di talune vicende delle quali aveva voluto renderci partecipi nel tentativo di trasmettere a noi, fanciulle di altri tempi, la natura e la passione del suo lavoro. Ha voluto, ad esempio, che io fossi presente all’arrivo ad Ostia della Squadra Atlantica di ritorno dall’America del Nord con l’incarico di offrire un omaggio floreale a Donna Manù, consorte di Italo Balbo, suo fraterno amico e mio padrino di battesimo.

 

Umberto Klinger e Italo Balbo: la forza e il valore dell'amicizia. (Archivio Klinger)

Ho con ritardo compreso lo spirito con il quale ci conduceva, a volte, all’Aeroporto del Littorio – oggi Aeroporto dell’Urbe – in visita allo scalo con gli apparecchi e agli uffici della prima compagnia di bandiera italiana di cui era il Presidente e l’instancabile promotore o per brevi viaggi sull’ amato biplano, I-IBIS, un Beechcraft 17R executive.

Ricordo meglio perché più grande, il suo ritorno dal volo Italia–Argentina-Italia. Anche dalle carte ho compreso del sinergico rapporto di stima e amicizia tra lui e il Gen. S.A. Aldo Pellegrini, Direttore Generale per l’Aviazione Civile e T.A. del Ministero dell’Aeronautica, che tanti e prestigiosi frutti ha dato al volo commerciale italiano.

Al tramonto della nostra vita abbiamo deciso di trasferire le sue carte, dopo tanti anni di vita in comune, nell’Ufficio Storico dell’Aeronautica, una nuova casa, convinti che in essa possano svolgere un nobile ruolo di testimonianza storica.

A suggello dell’atto di donazione sono lieta di consegnare all’Arma Aeronautica il medagliere di mio padre.

 

Il Sottocapo di S.M.A. Gen. S.A. Caputo mentre riceve la donazione del medagliere appartenuto al Comandante Klinger (Nucleo fotografico A.M.)

A conclusione dell’evento, il Sottocapo di SMA ha partecipato il saluto del Signor Capo di SMA, e il profondo ringraziamento della Forza Armata per la preziosa donazione ricevuta.

Nell’occasione, ha tenuto a sottolineare gli aspetti salienti della leggendaria figura del Com.te Klinger, quale esempio di coerenza, linearità e motivazione, “un uomo che tutti vorrebbero avere quale loro Comandante e che ha fatto del suo indomito e coraggioso esempio la leva più importante da cui trarre ancora oggi un vitale stimolo di valore, dovere e virtù”. Circa la donazione della documentazione, di inestimabile valore storico e, in particolare, del medagliere il Sottocapo ha soggiunto “che tali testimonianze saranno gelosamente custodite dall’Aeronautica Militare e costituiranno un’ulteriore e pregevole eredità di cui la Forza Armata è profondamente orgogliosa di preservarne, diffonderne e tramandarne la memoria”.

(Bruno Delisi - M.D.F.)

 

Raduno di primavera 2018

Ogni anno, con l’avvento della primavera l’Associazione Trasvolatori Atlantici indice una riunione ad Orbetello per ricordare i protagonisti delle grandi trasvolate ed offrire l’opportunità di un solenne incontro tra soci, rappresentanti della cittadina maremmana, di illustri reparti dell’Aeronautica Militare, di Associazioni d’Arma e, più in generale, con appassionati di una storia gloriosa.

 

Il raduno di quest’anno, tenutosi il 16 giugno, si è svolto in un clima di particolare emotività ricorrendo il 50° Anniversario della fondazione dell’A.T.A.. Nell’agosto del 1968 infatti un folto gruppo di membri degli equipaggi degli S55 che in formazione, al comando di Italo Balbo, raggiunsero nel 1930 il Brasile e nel 1933 gli Stati Uniti d’America, dette vita all’Associazione. Si veniva in tal modo a concretizzare l’aspirazione, manifestatasi ad Orbetello nel novembre del 1960 durante l’affollata inaugurazione del Sacrario degli Atlantici e del Parco delle Crociere alla presenza dell’on. Giulio Andreotti e del Gen. S.A. Silvio Napoli, anche egli trasvolatore Atlantico, allora rispettivamente Ministro della Difesa e Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare (cfr. sito web: www.trasvolatoriatlantici.it menù “Il Sacrario”).

 

In questo affascinante contesto si è ripetuta ancora una volta nel 2018 la parte ufficiale del raduno primaverile dell’ATA. Presenti numerosi soci ed in particolare il Gen. S.A. Giovanni Sciandra, Presidente dell’Associazione Arma Aeronautica, il Gen. S.A. Lamberto Bartolucci, il Picchetto d’Onore della AM, i labari delle Associazioni d’Arma, il rappresentante del Comune, nella persona del Senatore Roberto Berardi, i comandanti del 4° e del 31° Stormo, Colonnelli Marco Lant e Dimitri Pasqualetti.

 


I numerosi soci presenti. In prima fila: da destra il Segretario dell’A.T.A., prof. Di Francesco, il Presidente dell’A.A.A., Gen. S.A. Sciandra, il vice Presidente dell’A.T.A., Arcangeli, il consigliere Destro Bisol, il socio Culmone, il consigliere Palascino, nelle file successive il Gen. S.A. Bartolucci, la consigliera Vaschetto, il consigliere Nannini, la consigliera Falessi, il consigliere Delisi.

 


I labari delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma

 

A conclusione del sobrio rito religioso, officiato da Mons. Pietro Natali, parroco delle tre parrocchie orbetellane, hanno preso la parola il Sen. Berardi e il Cav. Lav. Ing. Umberto Klinger, succeduto nella presidenza dell’Associazione all’Ing. Renato Valle, sottolineando il primo la solidarietà e l’interesse di Orbetello nei confronti della propria storia aeronautica e il secondo il rinnovato impegno della Presidenza e del Consiglio direttivo nello sviluppo dei compiti istituzionali.

 


Il presidente dell’A.T.A., Cav. Lav. Ing. Umberto Klinger

 

Il Sen. Roberto Berardi

 

Conclusa la cerimonia al Sacrario, i partecipanti hanno effettuato una visita al riquadro del cimitero comunale, ove si trovano le tombe di Italo Balbo e dei suoi compagni di volo. Durante il pranzo a Grosseto sono stati consegnati dal Presidente, Ing. Klinger, i diplomi e i distintivi ai nuovi soci, Col. Ambrosino, T.Col. Di Loreto e M.llo D’Agostino che con il loro impegno operativo hanno dimostrato di realizzare gli scopi istituzionali del nostro Sodalizio.

 

La conviviale

 

Il Cav. Lav. Ing. Klinger e il Col. Ambrosino

 

Il Cav. Lav. Ing. Klinger e il T.Col. Di Loreto

 

Il Cav. Lav. Ing. Klinger e il M.llo D’Agostino

 

Come già in passato, nell’occasione sono state consegnate da parte del Comandante Col. Pasqualetti le aquile Atlantiche a numerosi piloti del 31° Stormo, riconfermando in tal modo i legami di gemellaggio con l’Associazione Trasvolatori Atlantici.

 

La consegna delle aquile Atlantiche ai piloti

 

Successivamente, dopo il pranzo, il Col. Lant, Comandante del 4° Stormo ci ha ricevuto personalmente illustrando la gloriosa storia del reparto che si fregia dello stemma del cavallino rampante e richiamando notizie e informazioni sull’attività del reparto.

 

Il Col. Lant nella sala “briefing” del 4° Stormo

 

La visita si è poi trasferita sul campo di volo dove erano schierati i velivoli F-104, Tornado e l’attuale velivolo operativo per la difesa aerea F-200 Eurofighter concludendo la giornata programmata.

 

Il Campo di volo

 

Il gruppo ATA a Grosseto

 

Presenti al raduno oltre al Presidente, Cav. Lav. Ing. Klinger, il V. Presidente Arcangeli, i consiglieri Delisi, Di Francesco, Destro Bisol, Falessi, Nannini, Palascino, Vaschetto.

(B.D., M.D.F.)

Assemblea Annuale 2017

L’Assemblea dell’ATA, tenutasi il 24 novembre u.s. presso la Casa dell’Aviatore di Roma, ha rappresentato un evento di grande importanza per il Sodalizio.

 

La rinuncia di Renato Valle ad una nuova candidatura dopo un trentennio di meritevole Presidenza ha suscitato un senso di rammarico. Non tutti infatti si attendevano l’uscita dalla guida dell’Associazione di un personaggio al quale si sentivano legati dalla consuetudine e dalla fiducia. Se si aggiunge che la rinuncia giungeva a meno di un anno della scomparsa di Paolo Balbo, socio fondatore ed autorevole quanto discreto Vice Presidente e Presidente onorario, si può comprendere come tra i presenti corresse anche la domanda su chi avrebbe preso il timone e su quali criteri avrebbero retto la nuova fase che si stava per aprire. Il corpo sociale infatti aveva per decenni condiviso l’indirizzo dato da Valle e dal Consiglio Direttivo apprezzandone i risultati. La costante partecipazione del Presidente alle manifestazioni ufficiali dell’Aeronautica Militare, alle quali era puntualmente invitato, l’efficiente organizzazione delle annuali cerimonie commemorative presso il Sacrario dei Trasvolatori e il quadrato cimiteriale di Orbetello, ove riposano le salme di Italo Balbo e di tanti compagni di volo, avevano rappresentato costanti vissute con immutata commozione. Non era possibile inoltre dimenticare, tra le tante iniziative e manifestazioni in cui l’ATA era stata protagonista o partecipe di rilievo, le vetrine  presso il Museo di Vigna di Valle con l’affascinante ricostruzione delle  formazioni che avevano preso parte alle trasvolate, la partecipazione allo scoprimento del busto in bronzo del Maresciallo dell’Aria nel giardino del Palazzo dell’ Aeronautica,

              

la celebrazione dell’80° anniversario della Crociera del Decennale con l’ esibizione delle Frecce tricolori nel cielo di Albinia nonché il gemellaggio con il 31° Stormo erede di un glorioso passato. Nelle attività del trentennio non sfuggiva l’interesse di Paolo Balbo ad ammodernare la funzionalità dell’Associazione. Da qui la revisione dello statuto, l’ordinamento delle carte storiche e l’apertura di un sito ben disegnato, portatore di articoli fondamentali per la conoscenza della genesi e dello sviluppo del movimento per la memoria e lo studio delle trasvolate italiane.

Nello svolgimento dei lavori il rammarico si attenuò; fu evidente che la parola fine trovava la sua umana ragione d‘essere nell’età. Anche le incertezze sul futuro vennero meno nell’ascoltare i nomi dei candidati a membri del Consiglio Direttivo tra i quali sarebbero stati scelti il Presidente e i due Vice Presidenti. Nella lista figuravano, oltre a persone che già da tempo avevano svolto con efficienza il ruolo di consiglieri, anche nomi nuovi che, se eletti, avrebbero portato con i loro precedenti, prestigio e risultati di rilievo. Due di loro, Maria Croatto e Salvatore Palascino, residenti rispettivamente in Friuli e in Sicilia, avrebbero potuto estendere, come già avevano cominciato a fare, l’azione dell’ATA in modo continuativo anche in aree settentrionali e meridionali del Paese. Altri personaggi quali Paola Bellini Balbo e Umberto Klinger jr. lasciavano sperare che la guida dell’Associazione avrebbe potuto contare su contributi altamente qualificati. Era noto che la moglie di Paolo Balbo avesse da sempre seguito l’impegno del marito nell’ATA e come negli ultimi tempi avesse dato un grande contributo nel trasferimento dell’archivio personale del Maresciallo dell’Aria all’Archivio Centrale dello Stato. Di Klinger, figlio di ufficiale pilota nella trasvolata del decennale, Cavaliere del Lavoro, ingegnere e industriale aeronautico, era noto il prestigio che godeva nel settore in patria e all’estero. Alla luce dunque di quanto l’Assemblea lasciava intendere non vi era da temere per la fase che si sarebbe aperta a partire dal 2018.

I nuovi apporti, sommati all’ esperienza dei consiglieri con precedente impegno nell’incarico, lasciavano intravedere una gestione promettente, impostata su un vigoroso gioco di squadra. (B.D.)

Auguri 2017

Un amico ricorda Maria Fede Caproni

Maria Fede ci ha lasciati improvvisamente il 6 novembre ultimo scorso. Dico “improvvisamente” perché fino a qualche tempo fa nulla faceva presagire che la sua scomparsa fosse così prossima: infatti anche secondo la testimonianza dei suoi amici più stretti, la sua straordinaria vitalità sembrava immutata. Per me che l’ho conosciuta fin dall’infanzia e le sono stato vicino durante tutta la sua vita, non riesco ancora a rendermi conto che non ci sia più.

 

Il Dott. Franco Briganti con la Contessa Maria Fede Caproni

 

Trovandomi nella suggestiva basilica di San Lorenzo al Verano, al suo funerale l’8 novembre 2017, tra le tante autorità, gli amici e gli estimatori non riuscivo a frenare la mia commozione e solamente ora mi sento in grado di poter parlare di lei. Si trattava indubbiamente di una donna eccezionale e di raffinata cultura. Aveva studiato all’Accademia di Belle Arti di Roma. E’ stata sempre un’animatrice instancabile di innumerevoli iniziative aeronautiche; ha creato o contribuito a creare numerosi musei di aviazione, infinite mostre e organizzare mostre di aeropittura.

In qualità di socia onoraria è stata sempre una grande sostenitrice dell’Associazione Trasvolatori Atlantici.

Ho un vivo ricordo della sua voce squillante con la quale accoglieva al suo tavolo di lavoro numerosi amici che venivano a trovarla anche da fuori Roma, non solo per lavoro, ma anche per il piacere di conversare con lei.

Nel suo salone pieno di opere d’arte e cimeli aeronautici si incontravano: autorità militari, uomini politici, diplomatici, magistrati, scrittori, storici e artisti italiani ed esteri. Sposata con il professor Pietro Armani, uomo politico ed economista, ebbe tre figli maschi ed era circondata da numerosi nipoti per i quali provava un grandissimo affetto.

La sua mente era sempre in attività assorbendo notizie e informazioni di ogni tipo che con la sua incredibile memoria non dimenticava più. Figlia di Gianni Caproni, famoso progettista di aerei e altrettanto famoso industriale aeronautico e di Timina Guasti, creatrice del primo museo storico dell’aeronautica. Chiunque aveva la possibilità di conoscere Maria Fede rimaneva affascinato dalla sua cordialità, disponibilità e generosità. Incontrandola non si rimaneva mai delusi ma sempre arricchiti.

Ha scritto e fatto pubblicare numerosi libri di grande interesse aventi sempre per tema il volo e l’aeronautica. Un libro su di lei che consiglio, nonostante sia stato pubblicato senza farglielo leggere preventivamente (con suo evidente disappunto), è senza dubbio “Senza cozzar dirocco”. Tale pubblicazione è arricchita da numerose splendide fotografie. Maria Fede ha voluto farmi dono di tale libro dedicandomelo con queste parole: “Alcuni momenti della nostra vita trascorsi in parallelo con tanti giorni rari e pieni di affetto”.

È assolutamente impossibile raccogliere l’eclettica personalità di Maria Fede Caproni in queste poche righe che sono riuscito a mettere insieme nonostante il dolore per la perdita di un’amica così cara.

 

Franco Briganti