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Sacra Effige della Madonna di Loreto

 Nell'ambito del “Giubileo Lauretano” itinerante, organizzato per celebrare il Centenario della proclamazione della Beata Vergine di Loreto quale “Patrona degli Aeronauti”, avvenuta il 24 Marzo 1920 da Papa Benedetto XV, sabato 9 gennaio 2021 la Sacra Effige della Madonna di Loreto ha fatto tappa ad Orbetello dove è stata celebrata una S.Messa solenne presso il Duomo, officiata dal Vescovo di Pitigliano, Sovana e Orbetello, S.E.R. Mons. Giovanni Roncari.

L'Associazione Trasvolatori Atlantici ha inviato il labaro del Sodalizio ed è stata rappresentata durante la funzione religiosa dai soci presenti sul territorio, Cav. Bergamaschi e Sig. Bernabini, Presidente AAA sez. di Orbetello.

 

Da sinistra: il Cav. Bergamaschi e il sig. Bernabini Presidente dell'AAA sez. di Orbetello

Presente il Comandante delle Forze da Combattimento e 1^ Regione Aerea, Gen. D.A. Francesco Vestito, quale Comandante del Comando sovraordinato al 4° Stormo, il Comandante del 4° Stormo, Col. Eros Zaniboni e una rappresentanza del Reparto.

Alla celebrazione eucaristica erano presenti le autorità militari e civili locali tra cui il vice Sindaco di Orbetello, sig.ra Chiara Piccini, i soci delle associazioni combattentistiche e d'arma.

 Da sinistra: il Gen. D.A. Vestito, la sig.ra Piccini, il Cav. Bergamaschi, il Col. Zaniboni, il sig. Bernabini

 

 (M.D.F.)

In ricordo di Beppe Arcangeli

Una persona come il Comandante Arcangeli non la si incontra e basta. Ti strega, ti affascina, riesce ad appassionarti e coinvolgerti nei suoi racconti regalandoti le sue emozioni.

A volte le amicizie speciali nascono in contesti apparentemente proibitivi, per me è stata proprio l’Associazione Trasvolatori Atlantici che mi ha dato la possibilità di incontrare il mio “maestro”…  in Accademia, nel 91, in occasione di una conferenza sulle “Crociere di Balbo”.

 Raduno di primavera dell'A.T.A. ad Orbetello (Foto di B.Bergamaschi)

Con un gruppetto di “Marziani” andammo successivamente a trovarlo a Fiano Romano, al Campo di volo “Carta Blu”; la scuola operava principalmente su Tucano, erano gli albori del volo da diporto sportivo su ULM. Con lui i Comandanti Ferrari, Corsini ed il compagno di tante avventure Ulderico. Dopo poco la scuola si trasferì al Campo Arrow, sempre a Fiano Romano ed iniziò ad operare su Sky Arrow, un progetto a cui Peppe si dedicò con generosità. Proprio lì conobbi l’Avvocato Lauri, l’Avvocato Balbo, il Comandante Romagnoli, il Comandante Poggi ed il suo amico del cuore Roberto Palazzi.

Beppe e il suo Sky Arrow (Foto di G.Arcangeli)

Il campo Arrow era a tutti gli effetti un aeroporto, sia per l’intensa attività di volo che per disponibilità di spazi.

La sua qualifica di collaudatore aveva consentito di aprire nuovi orizzonti per il velivolo, mi riferisco alla certificazione internazionale che ne aveva promosso l’esportazione.

Era il periodo dei raid nazionali ed internazionali, delle competizioni sportive e dei successi personali che lo avevano portato ad essere un fermo riferimento nel campo del volo ULM.

La creazione del “VDS Team” contribuì significativamente a dare visibilità ad un mondo in piena espansione, esaltandone le capacità e la flessibilità d’impiego. Promotore della cultura della Sicurezza del Volo,  si stava decisamente abbandonando la mentalità pionieristica per favorire la nascita di scuole di volo in grado di brevettare piloti preparati e capaci di impiegare i velivoli rispettandone i limiti e secondo le restrizioni imposte dalle normative.

La chiusura del campo di volo Arrow segnò il distacco dall’attività istruzionale del Comandante Arcangeli che continuò a volare con i suoi vecchi allievi…  ed io sono uno dei tanti, non sempre per quanto mi riguarda, con la frequenza che avremmo voluto, gli incarichi talvolta ci hanno separato, ma abbiamo sempre trovato il modo di ritrovarci, di “ricongiungere” la formazione.

La sua dedizione ed il suo impegno nel divulgare la “cultura aeronautica” gli furono riconosciuti dalla forza Armata che gli concesse un volo con le Frecce Tricolori… solo in quell’occasione non mi sono sentito il suo “studente a bordo” … anche se all’atterraggio mi ha fatto un lungo debriefing.

 Beppe e l'allora Cap. Floreani in forza al 313° Gr. noto come "Frecce Tricolori" (Foto di G.Arcangeli)

Peppe era così, semplicemente un protagonista in tutto ciò che faceva. Un Amico generoso, schietto ed esuberante; la scomparsa  dell’amata Elisabetta lo aveva segnato profondamente, i suoi amici non gli hanno fatto mancare affetto, pronti a sostenerlo nei momenti di scoramento. Ho avuto più volte l’impressione che ci regalasse un sorriso solamente per non farci preoccupare, ma in realtà la tristezza non gli desse tregua nemmeno quando eravamo insieme.

 Beppe alla rievocazione della Regia Aeronautica dell'Egeo a Leros (Foto di G.Arcangeli)

Sono contento di condividere con tutti i Soci una foto che custodisco gelosamente nel cassetto dei ricordi più cari, quello che non apriamo spesso… forse per paura che si sciupino o per timore di condividerli con estranei che non li potrebbero comunque apprezzare…

Una soleggiata giornata autunnale del 2017 mi volle portare ad Orbetello per mostrarmi il sentiero di avvicinamento all’idroscalo… fu il nostro ultimo volo.

Beppe e il Gen. B.A. Floreani in uno scatto recente (Foto di U.Floreani)

Trovammo tanti altri momenti per incontrarci: a Grosseto, ad Orbetello, ad Anguillara … ma mai più nel suo elemento naturale!

Grazie ad Isa e Davide ho avuto l’occasione di salutarlo a San Marcello, mi piace immaginarlo finalmente sorridente, con Elisabetta al suo fianco e la sua famiglia stretta in un abbraccio affettuoso e sincero.

 

(Gen. B.A. Floreani - M.D.F.)

Commemorazione dei defunti al "Riquadro degli Atlantici"

Il socio Cav. Bergamaschi gentilmente ci mette a disposizione diverse inquadrature del riquadro dove riposano gli Atlantici nel giorno della commemorazione dei nostri cari defunti, che purtroppo si è svolta in maniera sommessa dovuto alle limitazioni imposte dal DPCM a causa del Covid-19.

 

 

 

 

 

 

 

Presenti alla cerimonia officiata dal Mons. Pietro Natali, il Presidente dell'A.T.A. Cav. Lav. Ing. Umberto Klinger, il socio Cav. Bergamaschi ed altri simpatizzanti ed amici dell'Associazione, debitamente distanziati in ottemperanza del decreto.

 

(M.D.F.)

In ricordo di Franco Briganti

Isola d’Elba, agosto 2020

IN MEMORIA

Lettera a Franco Briganti figlio di Alberto.

 

Franco Briganti e la targa intitolata a suo padre, Gen. S.A. Alberto Briganti presso l'Aeroporto di Ciampino

 

Caro Franco, da poco sei scomparso eppure per me e per molti sei sempre vivo tanto da avvertire il desiderio di scriverti.

Comincio con una domanda: quando ci siamo conosciuti? Di certo, come con Paolo, una prima conoscenza ha avuto origini tripoline, nella bella città ove abbiamo trascorso alcuni anni felici. Poi il triste ritorno in patria, durante la guerra, in momenti diversi, a bordo di idrovolanti Cant Z 506, dei Servizi Aerei Speciali, con rotta su Capo Bon per evitare i caccia inglesi di base sull’isola di Malta.

Evidentemente quella pressoché infantile simpatia, nata in terra d’Africa, durò a lungo tanto da farci rincontrare, adulti maturi, con naturalezza, gioia e in più con un forte comune interesse per la storia dell’aeronautica italiana.

Per Paolo, figlio del grande Maresciallo dell’Aria, e per te di Alberto, un famoso generale pilota con elevati incarichi ed una vita straordinaria di cui ha lasciato affascinante documentazione nei suoi libri (1), questo amore per l’Aeronautica era intenso e naturale.

   

 

Per me, erede e portatore di altri interessi la situazione era diversa, tuttavia in essa si era inserito, con il matrimonio, un sentimento di ammirazione e di stima per mio suocero Umberto Klinger sr., padre dell’indimenticabile Maria Serena, amico fraterno di Italo Balbo, Presidente della Ala Littoria, prima compagnia di bandiera italiana. Una “figura leggendaria di aviatore e di italiano”, come lo ebbe a definire Luigi Durand de La Penne in un intervento alla Camera dei Deputati nel gennaio del 1971. Se ben ricordo hai avuto l’occasione di conoscerlo durante il tuo lavoro nella Società Aerea Mediterranea (SAM) del dopo guerra.

Quando ti ho rivisto, dopo quaranta anni e passa, vicino a Paolo che da poco mi aveva iscritto all’Associazione Trasvolatori  Atlantici, (ATA) il tuo viso e il tuo portamento mi apparvero per quello che eri e sei: un gentiluomo pacato e colto, aperto al prossimo e agli eventi della vita.

In breve stabilimmo un “terzetto” affiatato, desideroso di fare cose concrete a favore di uomini e realizzazioni dell’aeronautica italiana, ignorati se non addirittura bistrattati.

Spesso ci vedevamo a colazione nel ristorantino, oggi scomparso, dell’Aeroporto dell’Urbe per parlare di progetti. Molte volte si univano al tavolo altri appassionati e tra questi ricorderai Fiorenza De Bernardi, prima donna italiana pilota commerciale, Di Iulio, avvocato aviatore e Gregory Alegi, giovane storico, allora Presidente dei GAVS (Gruppo Amici Velivoli Storici), ancora ammaccato da un brusco atterraggio di piatto. Dopo il caffè andavamo negli hangar ad ammirare gli apparecchi sportivi, compreso l’I-MUSE di Paolo, abile ed assiduo pilota, con la speranza a volte appagata, di un breve volo sui dintorni.

   

Paolo Balbo in due momenti che precedono il decollo

 

Lo spazio non permette di parlare in dettaglio dell’ultradecennale impegno svolto dal “terzetto“ nel direttivo dell’A.T.A. e delle tante manifestazioni, guidate dal Presidente Renato Valle, in onore di Italo Balbo e dei suoi compagni di volo ad Orbetello, luogo del loro ultimo riposo, come dei molti progetti insieme realizzati. A proposito mi fa piacere ricordare come in questo impegno e in altri, le nostre consorti ci siano state vicine e come la tua ti abbia negli ultimi tempi più volte rappresentato, in quanto impedito dalla malattia.

Per quanto riguarda l’A.T.A. mi limiterò a ricordare il grande apporto di documenti cartacei, fotografici e di scritti personali, dato da te per il rilancio del sito web dell’Associazione, raggiunto con la partecipazione del consigliere Marco Di Francesco, esperto informatico e nostro buon interlocutore.

Prima di alzare la penna mi soffermerò su due iniziative che ci vide lavorare gomito a gomito a Roma e molti anni più tardi a Venezia. La più lontana, si riferisce agli anni ’80, ad una idea che da tempo mi frullava nella testa senza trovare casa fino a quando non te ne parlai. Volevo realizzare una mostra sulla nascita dell’aviazione commerciale italiana e sulla prima compagnia di bandiera del Paese, anche essa ispirata da Balbo e da questi affidata a Umberto Klinger sr quando pochi credevano nel grande successo internazionale della società. Se da un lato ne conoscevo la storia e mi erano noti molti angoli di archivio nei quali avevano trovato riparo pezzi della gloriosa Direzione Generale per l’Aviazione Civile ed il Traffico Aereo dell’ ex Ministero dell’Aeronautica Militare, dall’altro mi mancavano gli appigli per tradurre in pratica l’idea. Quando finii di illustrare l’argomento vidi sul tuo viso un sorriso che mi allargò il cuore. “Andiamo da Maria Fede Caproni -fu il tuo commento- lei potrà aiutarci”. La vecchia amicizia e la pacata, efficace esposizione dettero i loro frutti ed uscimmo dalla casa della grande, direi unica nel suo genere, sostenitrice della storia aeronautica italiana nel dopoguerra, con il nome dell’organizzatore e la prospettiva di utilizzare un prestigioso spazio del complesso monumentale del San Michele.

Franco Briganti e Maria Fede Caproni

 

Questa concretezza entusiasmò il terzetto al quale si unirono Gregory Alegi e l’indimenticabile amico Luciano Tongig, noto esperto di aerei, che riuscì ad ottenere dalla generosità dell’Istituto Tecnico Aeronautico “Arturo Malignani” di Udine, trasportato da un autocarro delle Officine Aeronavali di Venezia Lido, un motore laterale Alfa Romeo di un velivolo S.M. 75.

Sul titolo eravamo tutti d’accordo: l’avremmo chiamata “Le Ali della Rondine” in onore del volatile che era stato il simbolo della società aerea “Transadriatica”, assorbito nel 1931, insieme al complesso, dalla prima SAM, poi  Ala Littoria.

Ci dividemmo i compiti. Come ricorderai trascorremmo i molti pomeriggi a casa tua ad ascoltare i consigli e le puntuali informazioni di tuo Padre ancora in vita e ad integrare la documentazione proveniente dall’archivio di mio suocero e dalle lunghe ricerche condotte in più direzioni, con preziosi contenuti di faldoni conservati nel vostro studio. Il tutto per elaborare testi illustrativi, didascalie, articoli e comunicati per la stampa.

Anche Paolo e Gregory fecero il loro dovere. Misero insieme pubblicazioni, poster, biglietti di viaggio con data degli anni ’20 - ’30, oggetti in uso nelle cabine passeggeri, apparecchiature radio e di navigazione in uso del tempo nonché bozzetti preliminari delle varie sezioni dell’esposizione e del catalogo: una pubblicazione di grande qualità formale e di contenuto ormai introvabile. A questo punto giunse l’apporto finale di Maria Fede. Dall’archivio Caproni, passato in seguito alla Provincia di Trento, trasse un insieme di immagini del fotografo ufficiale dell’Ala Littoria che dettero ulteriore vigore e prestigio e alla mostra.

Nel pomeriggio dell’8 maggio 1992 tuo padre, il Generale di Squadra Aerea Alberto Briganti, l’uomo di tanta storia, vicino al quale sei stato fino al termine della sua vita, tagliò il nastro di accesso alla Sala degli Aranci del San Michele con a fianco la madrina Maria Serena Klinger, circondato da tante autorità e da un folto pubblico. La mostra ebbe successo, molta stampa ne parlò e mi ricordo che a te in particolare, piacque la nota diffusa dalla agenzia Adnkronos (2) per il giudizio e l’efficace sintesi.

La seconda ci vide impegnati quindici anni dopo, a Venezia Lido, nel contribuire alla valorizzazione e alla difesa dell’aeroporto dedicato a Giovanni Nicelli, eroico pilota della prima guerra mondiale, situato alle Bocche di Porto di San Nicolò e considerato dalla BBC uno dei dieci aeroporti più belli del mondo (3).

L'Aeroporto Nicelli

 

L'inaugurazione dell'Aeroporto da parte della madrina Maria Serena Klinger, sulla sinistra il Sottocapo di S.M.A. Gen. S.A. Bernardis

 

L’impresa richiese più tempo della prima e si articolò in varie fasi. All’inizio sembrò piacevole ed entusiasmante, si trattava di dare la nostra collaborazione alle manifestazioni inerenti l’inaugurazione della elegante aerostazione anni ’30, restaurata in modo impeccabile per volontà dell’ing. Giorgio Miani, Presidente della società aeroportuale, dall’architetto Claudio Rebeschini. Con il nostro lavoro avremmo dovuto arricchire la storia dello scalo illustrandone con rigore il ruolo durante la prima guerra mondiale nonché nel periodo delle successive fortune e sfortune industriali.

Come ricorderai dedicammo molto tempo nel selezionare un lotto di fotografie assai espressive dal quale fu possibile realizzare, con la perizia informatica della Signora Marina Salvetti  dell’Archivio Storico dell’AM, un filmato che riscosse grande interesse e apprezzamento.

Speravamo che il successo dell’inaugurazione servisse a stimolare gli ambienti aeronautici civili e militari a proseguire nella valorizzazione dell’aeroporto ma, con nostra grande delusione non fu così. Ci accorgemmo che era necessario associarsi a volenterosi come noi per respingere progetti che, se realizzati, avrebbero distrutto un Bene pubblico di incomparabile valore.

Il primo tentativo al quale l’Associazione Amici del Nicelli (AAN) di cui il “terzetto” era socio fondatore, si oppose, prevedeva l’insediamento nell’aerostazione di una casa da gioco per un pubblico abbiente e altamente selezionato; il secondo la realizzazione, nel margine di sicurezza del campo, di un centro benessere con ampia piscina; il terzo l’elevazione di un edificio costruito nell’area dell’Ospedale a Mare, che avrebbe interferito in modo definitivo sugli atterraggi.

Per ottenere risultati positivi l’AAN diresse la sua azione verso le autorità e la stampa, per stimolarne la responsabilità, e l’opinione pubblica lidense nella quale ancora non si era spenta la memoria delle prospettive di lavoro che lo scalo e le sue officine avevano offerto, sottraendo i predecessori ad una povertà pressoché insostenibile ed avviando al benessere la società dell’isola.

Nel parlare di queste cose non posso non ricordare il tuo impegno in seno all’AAN, spesso determinante, e come il primo a lasciarci, in seguito fu Paolo, il nostro “leader” per il coraggio e la competenza con la quale difese la memoria del padre e per l’ampia conoscenza delle questioni aeronautiche.

Nel concludere voglio ringraziarti per aver aperto, con l’esempio, la strada delle donazioni all’Archivio Storico dell’Aeronautica dei documenti ereditati dai nostri illustri congiunti.

Queste righe ti giungeranno dal mio “buen retiro” dell’Elba che conosci. Prima di firmare alzerò gli occhi per osservare nel cielo, sopra il Monte Capanne, due piccole nuvole viaggiare di conserva pensando che presto un’altra se ne aggiungerà per riprendere insieme il cammino del “terzetto”,

Con affetto, Bruno.

   

   Il Gen. Alberto Briganti                                       Il monumento al Gen. Briganti ad Umbertide (PG)

 

(1)  I libri di Alberto Briganti:

Oltre le nubi il sereno - Ricordi di quarant'anni di volo e di avventura - Alberto Briganti - 1988 - Edizioni dell'ateneo

Oltre le nubi il sereno - L'uomo che visse tre volte - Alberto Briganti - 2003 - Gino Rossato Editore

(2)

Mostre al San Michele: ''Le ali della rondine''

Roma, 8 maggio 1992. -(adnkronos)- Con l'ambizioso obiettivo di fornire la ''prima ricostruzione storica delle origini dell'aviazione commerciale italiana'' e' stata allestita nel Complesso monumentale del San Michele la mostra ''le ali della rondine''. Motori ed apparecchiature di volo, documenti rari, manifesti - veri e propri reperti della cultura e dell'archeologia industriale- offrono lo scenario per rivivere l'avventura dell'aviazione italiana.

La rassegna, allestita nella Sala degli aranci del San Michele - fino al 26 maggio - e' stata inaugurata dal Direttore Generale dell'Aviazione civile, Francesco Pugliese, dal Direttore Generale dell'Alitalia, Ferruccio Pavolini, dal Presidente Onorario dell'Industria Aeronautica Alenia, Ambasciatore Umberto La Rocca.

Madrina della mostra Maria Serena Klinger, figlia di Umberto Klinger Presidente della prima compagnia italiana di bandiera e fondatore delle Officine Aeronavali di Venezia. La rassegna e' sponsorizzata da Alenia (gruppo IRI - Finmeccanica), Alitalia e Carta-si'.

ideatore e coordinatore de ''Le ali della rondine'' Bruno Delisi, Responsabile scientifico Gregory Alegi, organizzazione dell'Associazione Itaca. Hanno collaborato l'Archivio centrale dello Stato, l'Ufficio storico dello Stato Maggiore Aeronautica e la Contessa Maria Fede Caproni.

(3) Il Gazzettino.it

ll Nicelli è stato inserito dalla Bbc tra i 10 scali più belli al mondo

Sabato 17 Maggio 2014

(L.M.) Il «Nicelli» è tra i dieci aeroporti più belli del mondo. Lo ha decretato un servizio della celebre televisione britannica BBC. Il servizio, andato in onda il 13 maggio, è stato rintracciato da Pietro Lando, veneziano, storico dell'aviazione che lo ha poi rilanciato sui social network.
Nella speciale classifica il «Nicelli» è stato inserito al terzo posto, davanti al piccolo scalo lidense ci sono solamente, l'aeroporto di Hong Kong in Cina, al primo posto, e quello di Montevideo, secondo. Il servizio elogia la posizione del «Nicelli», davanti alla laguna, a pochi minuti di taxi da San Marco, il fatto che possa essere raggiungibile sia a piedi che in bicicletta, ma anche l'aerostazione anni Trenta, le immagini storiche, ed il fatto che, proprio al «Nicelli» atterravano e decollavano i primi voli fin dal 1930. Insomma un concentrato di storia. Sempre a proposito dello scalo, l'altro giorno si è tenuta l'assemblea per il rinnovo delle cariche sociali della «Nicelli spa», la società di gestione. Alla presidenza è stato riconfermato l'ingegner Maurizio Milan, nominato dalla Camera di Commercio ma voluto anche da Save e Comune. Gli altri componenti sono Matteo Mantovan e Corrado Fischer. (mayerl)

 

 

 

L'A.T.A. e il volo a vela a ricordo del Gen. Umberto Nannini

Il volo a vela in Italia ha un stretto legame con uno dei Soci fondatori e ex Presidente della Associazione Trasvolatori Atlantici, il Gen. B.A. Umberto Nannini.

Il Gen. Nannini ha avuto il primo contatto con il volo a vela nell’autunno del 1926 quando sull’aeroporto di Bologna compie il suo primo volo su di un aliante Condor progettato e costruito da Luigi Teichfuss.

 

Quell’esperienza, del tutto occasionale, non rimase fine a se stessa in quanto da quei brevi voli Nannini trae la convinzione che con quel semplice ed economico mezzo si potrebbero istruire i giovani al pilotaggio elementare quale preparazione tecnica per le successive più avanzate attività di volo.

Esprime queste sue opinioni, non sempre accolte favorevolmente nell’ambiente aeronautico, in una relazione corredata da alcune foto che arriva anche al nuovo Sottosegretario dell’Aeronautica, Italo Balbo.

Il Gen. Balbo si interessa alla proposta di Nannini, la accoglie e gli affida l’incarico di organizzare e dirigere la prima Scuola di volo senza motore italiana. Nel luglio del 1927 la scuola inizia la propria attività a Pavullo del Frignano (Appennino modenese ) su di un terreno pianeggiante costeggiato da dolci colline. Al primo corso, naturalmente a carattere sperimentale, parteciparono 27 allievi, 20 dei quali dopo un corso di circa 40 giorni e dopo aver superato esami pratici e orali, vennero nominati “piloti di velivolo senza motore“. Da quel felice esperimento, ebbe regolare inizio la vita del volo a vela italiano. Nannini diresse la scuola di Pavullo fino all’autunno del 1930. In questo periodo completò le infrastrutture della Scuola e perfezionò i metodi di insegnamento, in relazione anche ai sistemi di lancio, dei quali sperimentò quelli con il vericello e il traino aereo e per primo in Italia effettuò un volo veleggiato della durata di 12 minuti con il sorvolo del punto di lancio, conseguendo il primo brevetto “C” italiano. Da ricordare che sempre in quel periodo anche gli Allievi dell’Accademia Aeronautica iniziarono a partecipare ai corsi di volo a vela presso la Scuola di Pavullo.

Dopo la parentesi “Atlantica”, Nannini venne assegnato all’aeroporto di Vigna di Valle per assumere il comando dell’88° Gruppo Autonomo da Caccia Marittima. Resosi conto delle condizioni favorevoli al veleggiamento offerte da quella località nel 1934 a bordo di un aliante Gabbiano stabilì il primato italiano di durata veleggiando su Vigna di Valle per oltre 1 ora e trenta minuti. Successivamente Nannini ritornò al volo a vela sotto forma di Ispettore di tutta l’attività italiana del settore civile e militare. Nella nuova carica provvide alla riorganizzazione su nuove basi delle varie scuole. In luogo delle 57 esistenti, molte delle quali tecnicamente insufficienti, istituì 12 scuole regionali affidate ad esperti istruttori militari. Ogni corso avrebbe avuto la durata di un mese con la presenza continua degli allievi e si sarebbe concluso con il conseguimento dell’attestato “B”. Gran parte di questi brevettati si arruolarono come allievi piloti dimostrando di possedere una utile preparazione tecnica che elevò notevolmente il loro rendimento.

Per i giochi della XI Olimpiade, disputati a Berlino nell’agosto del 1936, il volo a vela era previsto come sport dimostrativo in vista di entrare come sport ufficiale nelle successive olimpiadi del 1940 inizialmente programmate a Tokio poi riassegnate a Helsinki per poi venire definitivamente cancellate a seguito dello scoppio della seconda guerra mondiale.

L’Italia insieme ad altri 6 Paesi (Austria, Bulgaria ,Ungheria, Jugoslavia, Svizzera e Germania) partecipò ai giochi berlinesi con una squadra capeggiata da Nannini che in quella occasione stabilì i primati nazionali di guadagno di quota e di quota assoluta rispettivamente di 1.660 e di 2.100 metri.

Per le Olimpiadi del 1940 la Federazione Internazionale stabilì che tutti i piloti avrebbero gareggiato con il medesimo tipo di aliante. Pertanto nel febbraio del 1939 fu organizzato all’aeroporto di Sezze (LT) e al Ministero dell’Aeronautica a Roma un Raduno internazionale volovelistico per la scelta dell’aliante olimpico.

 

                 

 

Al raduno parteciparono numerosi piloti provenienti da tutto il mondo tra i quali Hanna Reich, nella foto che segue tra il Gen. Pellegrini e il Gen. Nannini che divenne famosa durante la guerra per aver collaudato con successo il razzo V1 nella versione dotata di cabina di pilotaggio.

 

Tra i vari velivoli in concorso c’era anche il Pellicano, un aliante progettato dal CVV del Politecnico di Milano. Dopo le opportune valutazioni fu scelto l’aliante tedesco Meise che sarebbe stato utilizzato da tutti i piloti della XII Olimpiade.

Negli anni 50 il Gen. Nannini, prima come componente della Commissione sportiva del volo a vela dell’Aero Club d’Italia e successivamente come Presidente, ha dedicato passione ed energie per il potenziamento del volo a vela e per il suo progresso tecnico sportivo. Su sua proposta nel 1955 viene istituita la Scuola Centrale di volo a vela a Rieti, divenuta in seguito Centro Nazionale di volo a vela, tappa fondamentale per lo sviluppo di questa disciplina. Lì nel 1957 viene organizzata la prima edizione dei Campionati Italiani, retta da un  regolamento analogo a quello dei Campionati Mondiali che, successivamente, Rieti ha avuto l’onore di organizzare per la prima volta in Italia nel 1985. Per quella occasione  il nostro compianto amico Paolo Balbo ebbe la felice idea di abbinare ai Mondiali, tramite l’ATA, un Trofeo intitolato a Umberto Nannini.

 

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La Coppa messa in palio dalla nostra Associazione, veniva assegnata al miglior classificato tra i piloti delle nazioni che, oltre al Paese ospitante i campionati, contribuirono sostanzialmente al successo degli Stormi Atlantici offrendo scali e assistenza tecnica. Queste Nazioni sono: Brasile, Canada, Danimarca (per lo scalo di emergenza in Groenlandia), Francia, Gran Bretagna, Islanda, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna e Stati Uniti.

Nelle quattro edizioni in cui il Trofeo è stato assegnato sono risultati vincitori:

- 1985   Rieti                  (Italia)         Doug Jacobs (USA)

- 1987   Benalla              (Australia)    Ingo Renner  (Australia)

- 1989   Wiener Neustad  (Austria )     J.C. Lopitaux (Francia )

- 1991   Uvalde               ( USA)         Baer Selen     (Olanda )

Particolare successo ha riscontrato l’edizione del 1987 per la splendida coppa opera del nostro consocio Luciano Zanelli assegnata al pilota di casa Ingo Renner.

 

(I.N. e M.D.F.)